Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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Dott.ssa Benedetta Mulas

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L’archetipo del Puer

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Tra i principali contributi lasciati da Jung ricordiamo il ruolo che gli archetipi come quello del Puer rivestono nella psiche individuale e collettiva. In particolare con il termine Puer, Jung si rifà al lato infantile racchiuso in ciascuno di noi, nei suoi duplici aspetti di carica vitale e al contempo ostacolo alla crescita, nonché alle svariate possibilità di armonia e disequilibrio che possiamo raggiungere in tale senso.

Tratti distintivi dell’archetipo dell’eterno bambino

Il Puer rappresenta l’eterno bambino, una figura in continuo divenire che si contraddistingue per un’enorme forza vitale e un carattere dolce, alla costante ricerca di stimoli. La personalità del Puer è caratterizzata da una grande sensibilità e da una forte propensione verso l’altro. L’assenza di una storia personale e in particolare di esperienze passate gli consente di abitare in una dimensione in continuo divenire, dove tutto può accadere.

Al contempo il Puer rappresenta una figura intrinsecamente collegata all’Altro: un po’ come accade nei bambini ha bisogno del contatto con persone esterne alle quali ispirarsi, elemento che lo porta alla continua ricerca di modelli esterni. Come è facile intuire, la profonda fiducia nell’altro si riflette sia nei rapporti amicali che in quelli sentimentali, alimentando relazioni simbiotiche paragonabili a quelle che caratterizzano la dinamica madre-bambino. Il legame con l’altro è inoltre contraddistinto da una naturale capacità di provare piacere e di vivere le esperienze relazionali e, più in generale, di vita, in modo sereno e ricettivo. Se da un lato ciò favorisce il contatto con l’altro grazie a un atteggiamento aperto alla vita, dall’altro la ricerca di un riferimento esterno in termini di protezione e approvazione può, in estremo, alimentare relazioni basate sull’impellente bisogno dell’altro contraddistinte dalla pressoché totale assenza di difese personali.

Come tutti gli archetipi Junghiani, anche quello del Puer nasconde aspetti gli uni opposti agli altri. Indubbiamente imparare a rientrare in contatto con il proprio fanciullo interiore attraverso un percorso personale o in psicoterapia ci aiuta a vivere in modo pieno, senza abbandonare i nostri ideali più profondi. Tuttavia è importante riuscire a raggiungere un equilibrio tra il nostro io adulto, che in psicologia analitica viene rappresentato dall’archetipo del Senex, e il nostro io bambino: tale ponte ha la funzione di attivare in modo funzionale le nostre capacità di controllo e saggezza dettata dall’esperienza, alternandole al bisogno con quelle che ci permettono di vivere abbassando le difese personali.

Aspetti ambivalenti legati all’archetipo del fanciullo

Nonostante gli aspetti di carica vitale che lo contraddistinguono, il Puer vive in un mondo ideale, spesso troppo distante dalla realtà. Questo archetipo può essere paragonato al personaggio di Peter Pan: una creatura abilissima nel sognare e nel volare che vive in un’isola che in pratica non esiste. Ciò vale sia per quanto riguarda l’adesione alla realtà sul piano cognitivo, sia la costruzione di legami sentimentali stabili. Non a caso in tale senso un altro personaggio che riveste le qualità del Puer è il Dongiovanni: una figura che fatica a mantenere legami alimentati dal confronto attivo proprio a causa della scarsa aderenza con la realtà e dal predominio del gioco sulle responsabilità personali.

Oltre a possedere uno spirito libero, il Puer racchiude in sé importanti elementi narcisistici. Tali tratti fanno sì che si senta unico e speciale, in grado di mantenere un legame attivo e costante quasi esclusivamente con la Grande Madre: questo archetipo rappresenta la funzione materna che si prende cura del Puer spingendolo a esternare la propria forza vitale. La Grande Madre alimenta il senso di grandiosità del fanciullo, spingendolo a credere nel suo talento, nei suoi sogni e nella capacità di rendere possibile l’impossibile.

Alcune persone spesso associano l’archetipo del Puer ad una fase della propria vita, uno stadio preciso e circoscritto in cui si sentivano giovani, con un futuro radioso davanti fatto di mille possibilità. In tale senso l’archetipo dell’eterno bambino corrisponde al potenziale umano in piena evoluzione, al desiderio grandioso. È ciò che guida l’uomo all’inizio dei propri progetti di vita, accompagnando fantasie e motivazione che spronano l’individuo verso la crescita intesa non come vera e propria maturazione quanto piena espressione dei propri desideri più profondi.

Tuttavia, la sua intrinseca dualità può rendere difficile conciliare il desiderio di cambiamento con la capacità di focalizzarsi su quanto gli accade: se da un lato l’enorme energia associata al Puer alimenta i suoi progetti, dall’altro la tendenza a desiderare situazioni in continuo miglioramento rende complicato concentrarsi in modo efficace e circoscritto. L’altra faccia della medaglia è rischiare di rincorrere spasmodicamente una felicità illusoria perché ideale, faticando ad adattarsi flessibilmente alle richieste di ogni contesto incluso quello lavorativo. Lo stesso può accadere per quanto riguarda i rapporti sociali, ostacolando il confronto con l’altro a causa della difficoltà nel venirgli incontro in nome di una visione di sé narcisistica; tra i vari effetti ciò può limitare le relazioni amicali così come quelle di coppia, spingendo l’individuo alla ricerca del partner perfetto. Tutto ciò rischia di far sì che il Puer viva una vita apparentemente perfetta ma, come rovescio della medaglia, perennemente incompiuta.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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