Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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Dott.ssa Benedetta Mulas

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Le malattie della pelle in psicosomatica

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Psoriasi, alopecia ed altre malattie a carico della pelle possono rappresentare il frutto di processi psicologici che trasformano il nostro rivestimento cutaneo nell’oggetto bersaglio di disturbi e stati infiammatori. La pelle come canale espressivo di condizioni mentali legate a stati di disagio e malessere rappresenta uno dei canali di studio privilegiati su cui si focalizza la psicosomatica.

La pelle come canale privilegiato: perché la psicosomatica è così importante

La psicosomatica studia la relazione tra processi psicologici e manifestazioni organiche: un ambito di studio che nella cultura occidentale fatica tutt’ora a imporsi a causa di una visione che, purtroppo, spesso continua a basarsi su una netta distinzione tra mente e corpo. Diversamente, leggere i vissuti dell’altro in chiave psicosomatica offre la possibilità di interpretare stati interni e disturbi organici secondo una visione olistica della persona. Molti sintomi fisici come quelli che interessano la pelle rappresentano in realtà il frutto di un carico psicoemotivo troppo elevato che, in modo improvviso o graduale, può trovare sfogo attraverso il corpo.

La somatizzazione rappresenta una via di scarico di tutti quei contenuti che l’individuo fatica ad esprimere o a elaborare efiniscono per trasferirsi sul piano corporeo. Nonostante il disagio correlato a tali manifestazioni, talvolta la loro espressione sul piano fisico si trasforma in un’occasione di presa di consapevolezza dei propri stati interni, poco desiderabile ma necessaria a iniziare un lavoro su di sé.

Per quanto riguarda le somatizzazioni cutanee, è fondamentale imparare a comprendere il valore simbolico che tale rivestimento riveste nel nostro funzionamento psicofisico. La pelle è composta da tre strati che rivestono tutto il corpo; si tratta di un organo multifunzione, che contribuisce a regolare la temperatura favorendo la funzionalità di altri tessuti, a espellere sostanze di scarto attraverso il sudore e a metterci in contatto con il mondo esterno attraverso il tatto. Talvolta le funzioni di autoriparazione e rigenerazione possono essere compromesse a causa di fattori extra organici, strettamente connessi alle dinamiche psicoemotive.

Dermatiti, psoriasi e altre manifestazioni corporee

A livello simbolico la pelle ci delimita rendendoci un tutt’uno rispetto al mondo esterno. È un rivestimento che ci protegge, allo stesso tempo ci consente di entrare in relazione con l’altro, ma anche di mostrarci poiché rappresenta l’elemento visibile di noi stessi. È un elemento fondamentale per comunicare i nostri stati interni ed emotivi attraverso la sudorazione, il rossore o il pallore. Inoltre la presenza di rughe, cicatrici e altri segni cutanei racchiudono al loro interno il prodotto di vissuti che, al pari di quanto detto sopra, esprimono la nostra identità, delimitando e differenziando la persona rispetto all’ambiente esterno.

Lo stesso vale per disturbi cutanei quali dermatiti, alopecia o psoriasi, che possono esprimersi come la manifestazione di un disagio interiore o, in altri casi, assumere un andamento strettamente correlato con i processi psichici e lo stress correlato. Ad esempio la psoriasi segue un’evoluzione solitamente recidivante, ovvero contraddistinta da condizioni statiche o di miglioramento che si alternano a ricadute e riacutizzazioni. Sul versante corporeo la psoriasi si manifesta con placche secche e circoscritte ricche di squame cutanee di colore grigio che nascondono un eritema.

Può localizzarsi su diverse parti del corpo ed è associata a condizioni autoimmuni, mentre sul piano psicologico la natura del sintomo rimanda al concetto di identità connesso all’organo bersaglio. Il ruolo delle squame che proteggono la pelle, impedendole in quell’area di operare scambi con l’esterno, può associarsi alla difficoltà nell’esperire emozioni. La psoriasi può coinvolgere individui la cui struttura di personalità possiede parti più fragili, che vengono così protetti grazie alla riduzione della capacità di scambio con l’ambiente esterno.

Anche la dermatite può esprimersi mediante la comparsa di zone con squame localizzate e vescicole, sebbene assuma forme diverse in funzione del sottotipo atopico, classico o seborroico. In questo caso il sintomo può nascondere emozioni che, come un vulcano, riemergono dal profondo per trovare sfogo sulla superficie corporea. Sul piano psicologico può essere interpretato come un tentativo di lasciar emergere energia di varia natura, dall’intimità alla creatività, bloccate da componenti interne come il senso di colpa, la timidezza o il senso di inadeguatezza.

Un altro sintomo psicosomatico può essere rappresentato dall’alopecia, che talvolta compare in assenza di fattori scatenanti come l’assunzione di sostanze tossiche o fattori ereditari ed infettivi. Sul piano simbolico è strettamente connessa alla sfera della relazione e dell’affettività soprattutto a causa della sua insorgenza, che spesso coincide con eventi particolarmente stressanti per il funzionamento affettivo della persona come trasferimenti, perdite e separazione da figure significative.

In tale ottica l’alopecia assume la funzione di canale privilegiato per comunicare un vuoto, un punto di interruzione tra la vita precedente e lo stato attuale, caratterizzato da una mancanza di vitalità e dalla rottura di un legame importante. Non a caso può manifestarsi in persone di ogni età, bambini compresi, come sintomo di una condizione di sofferenza inespressa o non accolta pienamente dall’ambiente esterno.

Altre disfunzioni possono fare la loro comparsa in funzione di specifici momenti di vita o in modo cronico. Ad esempio l’acne è associata a un accumulo di energia sessuale che irrompe in modo particolare nella fase puberale. Anche in questo caso possono essere individuati forti richiami tra il sintomo e la sfida esistenziale che la persona sta attraversando: durante l’adolescenza emergono nuove pulsioni sessuali che il giovane può faticare a gestire anche in fasi evolutive successive.

Anche l’herpes zoster, meglio conosciuto come “fuoco di Sant’Antonio” può presentare analogie tra processi mentali e organici. Sul piano fisiologico emerge a seguito della riattivazione di un virus già presente da tempo ma mai pienamente superato dal sistema immunitario; pertanto sul versante psicologico può associarsi a condizioni di conflitto interiore profondo mai risolte, che emergono attraverso il canale percettivo sotto forma di forti dolori. Il fuoco di Sant’Antonio e molti disturbi psicosomatici possono essere trattati in psicoterapia lavorando sui processi psicologici correlati, evitando di concentrarsi sul disagio causato dal sintomo ed imparando ad ascoltarlo nella sua funzione primaria: quella di imporsi, talvolta prepotentemente,costringendo la persona a fermarsi e ad affrontare problemi e dinamiche interiori trascurate troppo a lungo.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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