Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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Dott.ssa Benedetta Mulas

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“Lo faccio domani”: perché procrastiniamo?

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Nel linguaggio quotidiano la parola procrastinare significa rimandare impegni di una certa importanza, sostituendoli con attività più piacevoli e solitamente meno urgenti e impegnative. Se da un lato tale atteggiamento trova la sua utilità permettendoci di rilassarci e ritagliarci del tempo per noi stessi, il rovescio della medaglia è rappresentato dal rischio di non compiere le attività veramente importanti e di catapultare la persona in uno stato di stress e confusione.


Lo faccio domani”: la procrastinazione nella vita quotidiana


Nella vita di ogni giorno può capitare di procrastinare attività importanti, ma in molti casi la loro esecuzione viene semplicemente spostata di pochi giorni o settimane, evitando così effetti negativi rilevanti. In altri casi la procrastinazione si configura come una costante in grado di influenzare negativamente i diversi ambiti di funzionamento del soggetto, dalla vita lavorativa a quella relazionale. La caratteristica primaria di tale fenomeno è la sua natura volontaria: soprattutto nelle fasi iniziali la persona decide intenzionalmente di rimandare una data attività, posticipandola a un momento futuro.
Un po’ come nella storia della cicala e della formica, ciò consente di godere di una pausa rilassante nell’immediato, ma con il passare del tempo costringe la persona a privarsi dei benefici a lungo termine connessi all’attività, ritrovandola giorno dopo giorno come un appuntamento sospeso. È proprio questa sospensione che porta spesso all’accumularsi di impegni che annientano il piacere del breve termine legato alla procrastinazione, configurandola nel lungo andare come una strategia che causa l’effetto opposto.
Gli impegni accumulati possono essere di varia natura e possono coinvolgere persone di ogni età, dallo studente universitario che rimanda lo studio o il presentarsi all’esame a coloro che, nel rapporto di coppia, posticipano continuamente momenti di confronti necessari per la relazione. Ciò che accomuna questi ed altri esempi di procrastinazione è l’evitamento dell’attività da svolgere, a prescindere dal fatto che la sua comparsa si collochi all’inizio, al completamento o al termine del compito in questione.

Il procrastinatore doc: elementi comuni

È possibile individuare alcune caratteristiche che possono più facilmente portare la persona ad attuare comportamenti procrastinatori. Vi rientrano elementi caratteriali quali la pigrizia, che solitamente orienta l’attività psicologica e motoria in senso inibitorio, unita al disinteresse per l’azione in oggetto o per i suoi effetti. In altri casi la procrastinazione si configura come una forma di ribellione ed autoaffermazione, ad esempio nel caso di chi rimanda l’inizio della terapia di coppia come strumento per esprimere rabbia ed emozioni contrastanti verso il partner.
In altri casi può entrare in gioco il perfezionismo, che in questo caso porta l’individuo a posticipare l’impegno preso aspettando il momento ideale affinché tutto proceda senza errori o blocchi.
L’imprevedibilità come aspetto correlato alla procrastinazione emerge anche in un’altra emozione molto frequente in questi comportamenti: la paura. Tale emozione può attivarsi in risposta alla paura di sbagliare: il timore dell’insuccesso porta la persona a sviluppare un senso di bassa autoefficacia personale e a considerare le proprie abilità come non sufficienti allo svolgimento del compito. In altri casi la paura è legata al timore del successo: l’individuo procrastina l’impegno poiché nutre la convinzione profonda di non meritarsi gli effetti positivi correlati.
Queste convinzioni così come molte distorsioni cognitive tipiche della procrastinazione restano spesso implicite e diventano pienamente coscienti solo attraverso un profondo lavoro su di sé come quello psicoterapeutico. Anche nel caso della responsabilità la persona auto sabota il raggiungimento dei propri obiettivi ma per finalità diverse, evitando così di assumersi gli obblighi e il peso emotivo legato alla loro soluzione.

Caratteristiche psicologiche e aspetti terapeutici


Il meccanismo di base è rappresentato dal peso che il compito riveste nella vita individuale. L’attività da svolgere è percepita come più complessa e sostituita da un’alternativa più piacevole in quanto, per sua natura, qualsiasi attività impegnativa attiva la percezione di fatica e stress unita al timore di fallire.
In questa situazione la persona può compiere due scelte: evitare di svolgere il compito ed affrontare il senso di colpa che ne consegue o rimandarlo a data futura. La seconda opzione le apre dunque uno scenario che le garantisce un piacere immediato legato a non dover affrontare la fatica unito alla rimozione del senso di colpa. È proprio questo apparente vantaggio, che come abbiamo visto permane solo nella fase iniziale, ad attivare e mantenere operativo quello che per alcuni si trasforma successivamente nel ciclo della procrastinazione.
Gli effetti del rimandare influenzano la sfera affettiva con effetti diversi legati soprattutto all’ansia e alla cosiddetta miopia temporale, rappresentata da evidenti difficoltà nell’immaginare il proprio futuro e le competenze necessarie a superare le sfide associate. Tali effetti generano nel tempo un vero e proprio blocco psicologico che fissa la persona in una condizione di stallo, superando la natura inizialmente volontaria della procrastinazione che si trasforma nell’incapacità di pianificare ed eseguire le attività più importanti.
Il lato peggiore del blocco psicologico è legato ad una parallela rappresentazione di sé di natura distorta che impedisce alla persona di identificare con chiarezza le proprie competenze per rispondere alle sfide quotidiane, spingendola talvolta a chiedere aiuto. La psicoterapia può rappresentare una soluzione utile a uscire da tali situazioni di stallo che alla lunga influenzano negativamente l’autostima e la percezione di sé, ma soprattutto più di altre difficoltà influenzano concretamente le attività quotidiane della persona.
Ciò permette di rintracciare le cause soggettive della procrastinazione e ad affrontarle con l’aiuto del terapeuta, smascherando la percezione illusoria legata all’atto del rimandare così come i vantaggi correlati. Il sostegno psicologico permette quindi alla persona di affrontare e superare la paura del cambiamento grazie all’acquisizione di una visione più nitida del proprio potenziale reale, restituendo alla persona un ruolo attivo nelle decisioni quotidiane.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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