Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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La formazione reattiva: un meccanismo di difesa da comprendere e riconoscere

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In ottica psicodinamica la formazione reattiva rappresenta un meccanismo di difesa che si attiva per proteggere l’Io da stimoli ansiogeni, al fine di ridurre la conflittualità intrapsichica e facilitare il modo in cui ci rapportiamo con l’ambiente esterno.

Caratteristiche di un processo complesso

La formazione reattiva può essere definita come un complesso processo caratterizzato da aspetti apparentemente lineari, che nascondono però aspetti ambivalenti. Quando questo meccanismo di difesa viene attivato la persona affronta situazioni conflittuali emotive o di stress interne ed esterne sostituendo pensieri o sentimenti conflittuali con azioni, sentimenti o ideazioni nettamente opposte. Si tratta di una condizione che si attiva nella vita di tutti i giorni influenzando il nostro funzionamento individuale e relazionale.

Un esempio concreto può essere quello di assumere un atteggiamento gentile e socievole nei confronti di un collega che in realtà detestiamo o non stimiamo minimamente. Lo stesso può accadere nelle relazioni di coppia, nelle quali un comportamento tendenzialmente aggressivo e svalutante può celare in realtà l’intenzione di avvicinamento all’altro e un legame affettivo sorretto da sentimenti profondi.

A livello genitoriale la formazione reattiva può manifestarsi quando la madre o il padre provano un sentimento di rifiuto o distacco nei confronti dei propri figli. Tale sentimento si scontra con le norme sociali e culturali e in particolare con il bisogno di trasmettere amore incondizionato alla prole. Di conseguenza, il sentimento ostile verso il proprio bambino può generare un senso di colpa a livello inconscio che tramite l’attivazione del meccanismo di difesa si converte in un atteggiamento iperprotettivo. Sotto questo punto di vista risulta ancora più semplice comprendere la finalità di questo processo mentale, dove il genitore finisce per accudire eccessivamente il figlio per proteggerlo dai sentimenti conflittuali che in realtà prova in prima persona.

La formazione reattiva in infanzia ed età adulta: dalla vita quotidiana alla disfunzione

Tale processo assume particolare importanza poiché, come sottolineato da Freud, la formazione reattiva gioca un ruolo centrale nello sviluppo dell’individuo e in particolare nella formazione dei cosiddetti “argini psichici”. Il padre della psicoanalisi associò le dinamiche di questo meccanismo di difesa allo sviluppo individuale in termini di disgusto, pudore e morale, tutti elementi centrali per consentire alla psiche la graduale costituzione del Super Io e lo sviluppo della sublimazione, altro importante meccanismo di difesa nel quale l’impulso non viene più rimosso, ma trasformato.

Questo meccanismo di difesa può attivarsi in ogni fase evolutiva: in età infantile, ad esempio, può capitare di osservare un atteggiamento di cura e protezione del bambino nei confronti del fratellino nato di recente. Malgrado le apparenze amorevoli tali azioni possono sottendere sentimenti e pensieri opposti legati alla rabbia nei confronti del piccolo che ha privato il fratello maggiore del ruolo centrale che fino a poco prima ricopriva nel sistema famigliare. In molti casi, infatti, osservando più da vicino tale fenomeno è possibile intravedere piccoli gesti che svelano il reale vissuto del bambino, ad esempio attraverso abbracci particolarmente stretti o tramite il cullare il fratellino in modo troppo energico.

In età infantile tali manifestazioni sottendono la difficoltà di tollerare ed esprimere autenticamente processi ambivalenti, ovvero il provare nello stesso momento due sentimenti contraddittori nei confronti dello stesso individuo. Il fine principale della formazione reattiva consiste proprio nel rendere la persona in grado di allontanare da sé emozioni o sensazioni conflittuali, mettendola nella condizione di agire in modo più o meno funzionale al contesto. In parte tali dinamiche possono riguardare anche persone di età maggiore, ma con alcune differenze. Nello specifico in età adulta l’individuo impara a riconoscere pensieri e sentimenti contrastanti verso l’altro e a permettersi di provare emozioni negative verso persone a lui vicine, senza per questo sentirsi sbagliato o in colpa.

Sotto questo punto di vista la formazione reattiva si configura come un importante meccanismo di difesa, tuttavia la sua funzione protettiva per il benessere individuale può trasformarsi in un ostacolo nel funzionamento del soggetto. Ci riferiamo ai casi in cui tali strategie si attivano in modo rigido e generalizzato, trasformandosi in schemi disfunzionali che, in alcuni casi, possono raggiungere la soglia clinica e convertirsi negli elementi alla base di alcuni disturbi mentali. Un esempio lampante in tale senso si ritrova nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, nel quale la persona adotta una serie di comportamenti rivolti al controllo e all’ordine: se da un punto di vista esterno tali tendenze possono essere etichettate come tratti di personalità tipici di persone tendenti al perfezionismo, in realtà rappresentano strumenti impiegati per tenere a bada i propri lati impulsivi. In questo caso, come in condizioni non cliniche, la psicoterapia può aiutare la persona a riconoscere e comprendere l’attivazione di tali meccanismi e a favorire l’accettazione degli aspetti ambivalenti e contraddittori, riducendo la rigidità delle difese.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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