Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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Dott.ssa Benedetta Mulas

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Emetofobia: la paura di vomitare

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Emetofobia: la paura di vomitare

Ogni individuo nella propria esistenza sperimenta l’emozione della paura. Questa reazione emotiva può essere attivata dall’effettiva presenza di un pericolo, oppure può fare la sua comparsa in risposta a stimoli neutri, non minacciosi. Talvolta le persone possono sviluppare un vero e proprio senso di terrore nei confronti di normali attività fisiologiche necessarie alla sopravvivenza come vomitare. In questi casi, il solo pensiero è accompagnato da una sensazione di pericolo e impotenza, unito ad altri segni tipici di un quadro clinico che prende il nome di Emetofobia.

Segni tipici dell’Emetofobia

Il termine Emetofobia ha origine dai termini greci “emein” e “fobos” e significa letteralmente paura del vomito. Dal punto di vista clinico l’emetofobia rientra nelle cosiddette fobie specifiche e si esprime attraverso uno stato emotivo predominato dall’ansia in risposta a situazioni specifiche. 

In questo disturbo lo stimolo fobico è rappresentato dall’atto del vomitare o di vedere qualcuno farlo. Si tratta di una fobia specifica che coinvolge prevalentemente il genere femminile, con una prevalenza compresa tra il 6-7% rispetto all’1-3% che interessa la popolazione maschile. 

A livello emotivo è accompagnata dall’emozione della paura che talvolta può sfociare in attacco di panico. La persona afferma di percepire una serie di cambiamenti fisiologici come giramenti di testa, sudorazione eccessiva e aumento di salivazione che, tuttavia, nella maggior parte dei casi non portano all’esito atteso.

Gli effetti tipici di questo disturbo si riflettono, oltre che sui processi cognitivi ed emotivi, sul comportamento. Le persone che ne soffrono iniziano a prestare particolare attenzione alla natura dei cibi che ingeriscono e a modificare drasticamente le proprie abitudini quotidiane. Talvolta arrivano a fare la spesa e a controllare i pasti in modo da assumere solo determinati alimenti, nel tentativo di ridurre la paura di mangiare cibi scaduti o di cattiva qualità che potrebbero provocare il vomito. La manifestazione comportamentale più frequente è l’evitamento, che porta queste persone a limitare le proprie attività quotidiane in funzione della fobia. Ad esempio quest’ultime possono rinunciare a mangiare fuori casa, a uscire subito dopo i pasti e addirittura ad evitare l’utilizzo di mezzi di trasporto come la nave o la macchina, in modo da scongiurare gli effetti di un eventuale mal di auto.

Solitamente le persone affette da emetofobia prestano un’attenzione ossessiva alla percezione dei propri processi fisiologici, ad esempio fissandosi sui movimenti intestinali e interpretando ogni mal di pancia o un semplice bruciore di stomaco come anticipatorio del rigettare.

Per ridurre tale timore spesso adottano una dieta particolarmente ferrea che può provocare rapidi cali di peso. Il calo ponderale può essere interpretato come un sintomo di altri disturbi come l’Anoressia Nervosa o altre problematiche che in realtà non hanno nulla a che vedere con l’emetofobia. Quest’ultima, infatti, rappresenta un disturbo meno pervasivo ed è più limitata allo stimolo fobico, a differenza dei disturbi del comportamento alimentare che invece si focalizzano sull’immagine corporea. 

Cause e trattamento psicoterapico dell’Emetofobia

Le cause dell’Emetofobia non sono chiare, tuttavia il percorso psicoterapico può consentire di individuare la presenza di disturbi mentali presenti in comorbidità, che aiutano il clinico e il paziente favorendo una maggiore conoscenza del fenomeno. Ad esempio in diversi casi l’emetofobia è associata ad altri disturbi come l’agorafobia e l’ansia sociale, dato che valorizzerebbe l’ipotesi che l’origine sia causata dalla paura di perdere il controllo davanti agli altri. 

Occorre però fare alcune distinzioni: nel primo caso la persona ha paura di vomitare soprattutto quando si trova fuori casa in quanto teme che gli altri non siano presenti o disponibili ad aiutarla in caso di bisogno. Nel secondo caso, invece, la paura è collegata soprattutto alle dinamiche sociali e deriva dal timore del giudizio altrui. Di conseguenza, il trattamento psicoterapico si focalizzerà soprattutto sulla percezione di un’immagine di sé vulnerabile o, nel secondo caso, dell’insicurezza sperimentata nelle relazioni sociali.

Oltre a questo tipo di indicazioni, la psicoterapia consente di raccogliere una serie di informazioni derivanti dalla storia di vita del paziente e di scoprire insieme le cause che possono aver scatenato il disturbo. Ricordiamo che, a prescindere dai possibili fattori scatenanti riportati nei manuali clinici, ogni persona arriva a sperimentare un determinato disagio o una fobia specifica per una particolare combinazione di fattori personali, relazionali e ambientali.

Per quanto riguarda i fattori contestuali, in alcuni casi la fobia può emergere in risposta a eventi traumatici collegati alla situazione specifica, che successivamente hanno consolidato idee disfunzionali che continuano ad attivarsi anche in situazioni neutre. 

Intraprendere un percorso di psicoterapia aiuta la persona a lavorare sulle distorsioni cognitive che spesso rappresentano la base del proprio malessere, ristrutturando i pensieri disfunzionali con credenze di adeguate e realistiche. La persona viene aiutata ad esprimere i propri pensieri e percezioni e a confrontarli con il piano reale, favorendo una rielaborazione della paura primaria e l’acquisizione di una visione più oggettiva. Il terapeuta, inoltre, lavora sulle componenti percettive ed emotive, nel primo caso favorendo la rielaborazione dei propri cambiamenti fisiologici aiutando il paziente nel ripristinare il collegamento diretto tra questi ultimi e l’emozione della paura, più che l’atto del vomito.

Parallelamente il terapeuta può utilizzare diverse tecniche di tipo corporeo o cognitivo allo scopo di migliorare le abilità di autoregolazione emotiva del paziente, in modo da rafforzare l’obiettivo presentato nel punto precedente. Non di meno, la psicoterapia consente di ridurre l’intensità della sintomatologia correlata all’emetofobia mediante l’apprendimento di tecniche di rilassamento in grado di ridurre l’attivazione fisiologica correlata allo stimolo fobico.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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