Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

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Dott.ssa Benedetta Mulas

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Lo Stalking o il fenomeno del molestatore ossessivo

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Il termine stalking deriva dal verbo inglese “to stalk” che significa “braccare”, “fare la posta”. Il comportamento di stalking è caratterizzato da una violazione duratura e sistematica della libertà personale e della privacy nei confronti di una vittima, verso la quale vengono messi in atto comportamenti intrusivi e continui di controllo, sorveglianza, ricerca di contatto e comunicazione. La vittima è ovviamente infastidita, preoccupata e in allerta continua verso tali comportamenti non graditi.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Stalking le vittime sono per l’82% donne, che solo nel 17% dei casi sporgono denuncia nei confronti dei loro persecutori. Questi, per l’85% uomini, sono nel 55% dei casi ex partner che non accettano la fine e la chiusura del rapporto di coppia.

La ricerca ha anche evidenziato che chi mette in atto il comportamento persecutorio di stalking può essere una persona che porta rancore verso qualcuno che ritiene abbia commesso un torto nei suoi confronti (rancoroso; ad esempio un cliente insoddisfatto), un soggetto con elevato grado di isolamento sociale e scarse capacità di relazione che cerca attraverso lo stalking l’intimità che non riesce a raggiungere nei modi convenzionali (molestatore), una persona incompetente rispetto alle regole sociali del corteggiamento (corteggiatore inadeguato), un soggetto estremamente pericoloso classificabile come “predatore di natura sessuale/omicidiaria”.

Dunque, i fattori motivanti alla base del comportamento dello stalker possono essere classificati in tale modo:
1) Carenza affettiva
2) Risentimento
3) Rifiuto
4) Predazione sessuale

Le popolazioni a rischio di diventare vittime di comportamenti di questo tipo sono principalmente le donne e soprattutto coloro che risultano impegnate in professioni di aiuto, come medici, infermieri, insegnanti, psicologi, avvocati.

La dinamica delle molestie è varia e complessa ed è difficile darne una definizione univoca, tanto più se si considera che il comportamento persecutorio può essere messo in atto sia con condotte illecite, ma anche con condotte “neutre” (come aspettare fuori di casa la vittima o stare ore sotto la sua finestra) o addirittura gradevoli (come mandare continuamente regali o mazzi di fiori a casa o sul luogo di lavoro) ma vissute come profondamente intrusive e moleste dalla vittima.

Il fenomeno può comportare conseguenze severe e pesanti su chi è vittima dello stalking. Spesso inizialmente la donna pensa di poter risolvere la questione da sola, proprio perchè nella maggior parte dei casi conoscono molto bene l’uomo che le perseguita (questa è anche la ragione per la quale così poche donne sporgono denuncia) e forse anche perchè ritengono di avere a che fare con un soggetto che sia in grado di rispettare le scelte e il volere altrui.

In realtà, poichè la persecuzione ha carattere intrusivo e sistematico, le ferite che essa lascia sulla donna che ne è vittima possono essere profonde e a volte portare a conseguenze piuttosto pericolose. Spesso atti di grave violenza o stupro sono preceduti da un lungo periodo di molestie ossessive. In base agli atti subiti e alle emozioni che essi provocano, la vittima si trova a dover far fronte a problemi di ansia, insonnia, incubi, disturbi psicosomatici, ma anche flashback terrorizzanti e a veri e propri quadri di sintomatologia rinconducibili al Disturbo Post-Traumatico da Stress.

E’ ugualmente da non sottovalutare anche il disagio e la sofferenza dello stalker, che, agendo compulsivamente nel seguire i propri bisogni e negando la realtà, danneggia progressivamente il proprio equilibrio mentale e la qualità della sua vita sociale. denunciare significa anche dare alle autorità competenti la possibilità di accogliere il disagio dello stalker e far si che egli segua un percorso di aiuto e intervento psicologico, in modo che non possa mettere in atto con altri lo stesso comportamento persecutorio.

E’ importante che le conseguenze del comportamento di stalking non siano sottovalutate nè taciute: è fondamentale denunciare e occuparsi di sè e del proprio benessere qualora ci si renda conto di essere caduti in atteggiamenti e situazioni di questo tipo.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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