Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

Specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo

 

Dott.ssa Benedetta Mulas

Via Mameli 49, Cagliari

Tel. +39 349 66 03 960

L’importanza delle regole e dei NO nella crescita del bambino

Sei in: Raccolta di Articoli di Psicologia Psicoterapia


Tutti i genitori agiscono in modo da rendere i propri figli felici. Ciò nonostante, spesso questi ultimi finiscono per impostare il proprio stile educativo sulla base di atteggiamenti che accolgono le richieste del piccolo, trascurando l’importanza dell’apprendimento di regole di negazione: tasselli fondamentali per la crescita dei figli.

Dalle neuroscienze alla vita di tutti i giorni

Secondo Rosanna Schiralli e Ulisse Mariani, psicoterapeuti esperti di età evolutiva, è possibile identificare due principi fondamentali nell’educazione dei figli: l’accoglienza intesa come la capacità della diade di sintonizzarsi e mettersi nei panni nelle emozioni dei bambini e il contenimento, ovvero l’insieme di regole che la coppia è chiamata a trasmettere nella prole. Nel libro “Nostro figlio” gli psicologi hanno elaborato un insieme di suggerimenti circa l’importanza del “no”, sorretto da interessanti contributi offerti dalle neuroscienze. 

In particolare questi ultimi riportano alcune ricerche che sottolineano come, tramite studi effettuati con la risonanza magnetica, sia stato possibile identificare un migliore funzionamento cerebrale nei figli cresciuti in famiglie caratterizzate da una buona sintonizzazione emotiva e, parallelamente, un buon sistema di regole. A differenza di coloro che privilegiano uno stile educativo basato sull’uno o l’altro aspetto, tale stile che include anche un sapiente utilizzo del “no” favorisce la produzione dei cosiddetti ormoni del benessere ovvero ossitocina, serotonina e dopamina: tutte risorse fondamentali per indurre calma e benessere nel piccolo. Tali neurotrasmettitori rivestono inoltre un ruolo protettivo nello sviluppo di disturbi causati da un’eccessiva attivazione tipica di sindromi come il Deficit da Iperattività.

Perché no! Il valore di accogliere i bisogni respingendo la richiesta

Imparare a rifiutare le richieste dei figli li abitua fin da piccoli a seguire le regole e a focalizzare le proprie energie in vista di un obiettivo preciso. Il rischio principale associato a un ridotto utilizzo dei “no” riguarda l’apprendimento di un modello di rappresentazione del mondo esterno caratterizzato dal naturale soddisfacimento dei propri bisogni. I casi sono estremamente variabili e si ripetono ciclicamente nella vita di tutti i giorni: una situazione tipica è fare i compiti al posto dei propri figli su loro richiesta per evitare che facciano i capricci, evento che non fa che alimentare il senso di scarsa adeguatezza personale e di impedire il progressivo maturare di competenze cognitive e psicosociali fondamentali per la loro autonomia.

Inoltre, stili genitoriali eccessivamente permissivi impediscono ai figli di fare esperienza del “no” all’interno dell’ambiente familiare e dunque di un contesto protetto. Se da un lato l’intenzione del genitore sembrerebbe diretta alla felicità del bambino, quest’ultimo in un secondo momento sarà necessariamente chiamato a confrontarsi con un modello di rappresentazione della realtà nettamente diverso da quello appreso in famiglia. Conseguentemente, figli cresciuti con uno stile diretto alla gratificazione dei propri bisogni sono impossibilitati a interiorizzare quegli strumenti necessari a soddisfare le proprie necessità da adulti. In tale senso l’attesa rappresenta un punto centrale nella crescita dei figli, elemento sorretto dal rifiuto di una gratificazione immediata e dall’apprendimento di strategie cognitive e comportamentali legate alla gestione della noia, tutte qualità troppo spesso carenti nelle generazioni attuali.

Il valore della comunicazione: auto o eterodiretta?

Un’altra caratteristica piuttosto comune delle famiglie moderne riguarda la tendenza a improntare il dialogo su uno stile comunicativo poco chiaro. Il tratto saliente che spesso emerge durante le sedute di assessment e l’osservazione delle interazioni tra genitori e figli di ogni età riguarda l’ambivalenza dello scambio interattivo, associata alla concreta difficoltà, soprattutto da parte di persone terze, nel collegare le aspettative del genitore con le richieste del figlio. 

Tralasciando i casi di forte conflitto di coppia che impediscono alla diade genitoriale di impostare il dialogo condividendo fermamente il rifiuto al soddisfacimento delle richieste dei figli, in molti casi è possibile identificare dei blocchi comunicativi causati da un lato dalla tendenza a impostare lo stile educativo sul permissivismo, pensando erroneamente di rendere felice il figlio. 

A sua volta, tale tendenza è causata da fattori sociali che negli ultimi decenni hanno determinato lo spostamento dalla cosiddetta famiglia normativa orientata alla trasmissione di valori e regole, talvolta con modalità eccessivamente rigide, alla cosiddetta famiglia affettiva, più incentrata sull’emotività e sul calore; particolare che, dal versante opposto, può includere l’annullamento del no per i motivi sopra citati. 

Un altro punto da considerare, spesso oggetto delle sedute psicoterapiche familiari, riguarda la tendenza a improntare la comunicazione sulla base del proprio nucleo centrale anziché adattarla alle reali richieste del figlio. Non di rado un genitore può assumere un atteggiamento eccessivamente permissivo che limita fortemente la possibilità di un rifiuto alle richieste del figlio, motivandolo con esperienze di trascuratezza vissute in prima persona, talvolta in modo tutt’altro che consapevole. Chiaramente la volontà della diade genitoriale è vedere quest’ultimo felice, ma come abbiamo visto l’intenzionalità può paradossalmente coincidere con il vietare esperienze fondamentali per la crescita del piccolo. 

Anche in questo senso un percorso di psicoterapia di tipo individuale o familiare può aiutare a far luce sui propri atteggiamenti, riallacciando l’evitamento del “no” e altri comportamenti disfunzionali ai bisogni personali, alla propria storia di vita e all’apprendimento di modalità più congrue con il benessere dei figli e dell’intero sistema.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

La riproduzione anche parziale è vietata senza previa autorizzazione.

 

 

Richiedi una consulenza online

La consulenza online è gratuita.