Psicologo Psicoterapeuta a Cagliari

Specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo

 

Dott.ssa Benedetta Mulas

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La Bulimia

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La bulimia è un disturbo della condotta alimentare che fu descritto per la prima volta nel 1932 da M. Wulff e in seguito da Russel nel 1979.

La sindrome bulimica è caratterizzata da attacchi di voglia di cibo, definiti “binge-eating”, durante i quali il soggetto ingerisce, in tutta fretta e di nascosto, grandi quantità di cibo senza la possibilità di limitarsi. Gli alimenti possono essere stati preparati e cotti, ma più spesso vengono consumati così come sono, non riscaldati nè cucinati. Tutti gli alimenti possono essere oggetto della condotta bulimica, anche se spesso chi ne soffre ha le sue preferenze (cioccolato, dolci, pasta, carne…).

La crisi è spesso preceduta da un senso di malessere, senza una vera e propra sensazione di fame, in un’atmosfera di eccitazione. Tale momento può essere accompagnato dal tentativo di lottare contro l’impulso a ingerire il cibo; alcuni pazienti organizzano dei veri e propri riti, apparecchiando la tavola e sistemando il cibo, altri mangiano nel più totale disordine diversi alimenti.

Spesso il cibo può essere rubato e viene comunque ingerito con velocità e frenesia, non viene gustato e di frequente nemmeno masticato del tutto. L’episodio termina quando il cibo finisce, la sazietà inizia a diventare dolorosa o qualcuno sorprende la persona durante l’ingestione del cibo.

A tutto ciò, segue uno stato di malessere fisico (nausea, dolori di stomaco, fatica) e psichico (senso di colpa, rimorso, vergogna, umiliazione, svalorizzazione) che continua fino a che il soggetto non si addormenta o si provoca il vomito.

Le manovre per evitare l’aumento di peso (come procurarsi il vomito, abusare di lassativi, fare diete pesanti tra una crisi e l’altra) sono caratteristiche della bulimia, così come il timore di ingrassare e un vissuto coscientemente problematico rispetto alla propria immagine corporea.

Il DSM-IV, il manuale dei disturbi mentali riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, stabilisce i seguenti criteri diagnostici per l’individuazione della bulimia nervosa:

A) Ricorrenti abbuffate.

Una abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti:

1) mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili

2) sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).

B) Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.

C. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi.

D. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.

E. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa.

Sono identificati inoltre due sottotipi:

Con Condotte di Eliminazione: il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Senza Condotte di Eliminazione:  il soggetto ha utilizzato regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

La bulimia nervosa talvolta non si accompagna ad alcuna modifica di peso; spesso un aumento caratterizza l’inizio degli attacchi, tuttavia solo il 15% della popolazione bulimica è obesa e solo il 15% è sottopeso.

Il legame con l’anoressia è complesso: spesso alcune forme di bulimia fanno seguito all’anoressia, in altri casi può esserci un’alternanza di fasi anoressiche e bulimiche.

E’ frequente che la bulimia sia associata ad altre condotte di dipendenza, quali l’assunzione di ansiolitici o sonniferi, l’assunzione massiccia di alcool, la farmacodipendenza (farmaci per dimagrire, anfetamine).

Le famiglie dei soggetti bulimici sembrano essere diverse da quelle in cui sia presente un soggetto anoressico: nella maggior parte dei casi sono più caotiche, impulsive, apertamente conflittuali e con violente manifestazioni di separazione genitoriale. In altri casi possono essere invece nuclei in apparenza molto uniti, ma con grosse tensioni sotterranee.

Sul piano psicopatologico, le crisi bulimiche rappresentano la traduzione del senso di vuoto in comportamento. Ingerire grandi quantità di cibo è la risposta immediata all’insaziabile senso di bisogno interiore che l’individuo bulimico sperimenta ma a cui non sa trovare risposta negli altri e nel mondo in cui vive. Il cibo ingerito rappresenta il tentativo estremo di colmare quel vuoto, di soddisfarlo, di impedire che diventi un abisso. Una volta, però, che il bulimico si rende conto di aver riempito il proprio corpo ma non la propria anima, il cibo diventa il nemico di cui liberarsi, diventa intollerabile. Eliminarlo serve a ristabilire il controllo sulla realtà.

La bulimia è un urlo che rivendica il diritto di essere amati, accolti e compresi. Il paziente bulimico vive in un mondo arcaico e fusionale, le sue crisi rappresentano il vano tentativo di incorporare l’oggetto d’amore (la madre) associato all’angoscia di distruggerlo.

E’ importante che egli sia aiutato a riconquistare la propria individualità, a separarsi da quel mondo fusionale dove i bisogni sono enormi e possono diventare abissi.

E’ importante, nella relazione terapeutica, ricalcare simbolicamento il primo legame d’amore e d’attaccamento e dare all’amore e al bisogno nuovi significati. In questo modo, il cibo non è più la via finale di scarico di tutte le emozioni e le pulsioni, ma perde il suo valore simbolico e fa si che il soggetto possa cercare altrove, nel mondo, negli altri, il modo di riempire quell’enorme vuoto e di dare senso alla esistenza.

Dott.ssa Benedetta Mulas Psicologo e Psicoterapeuta a Cagliari

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